No ai Rimboschimenti d’Istinto!

29 Agosto 2021 Off Di Pasquale Tritapepe

E’ un titolo che abbiamo scelto,per spiegare un comportamento,tipico di chi ha compiti istituzionali,che deve decidere per l’interesse pubblico,ma che è a digiuno della materia!

Gli esperti,infatti,raccomandano cautela,dopo un devastante incendio,perché bisogna lasciare che tutto riposi,per un certo numero di anni,per consentire al terreno una ripresa naturale,che in questi casi,ci sarà senz’altro.
WFF Chieti Pescara è intervenuta per informare che le dichiarazioni del Presidente Draghi,dopo i terribili roghi che hanno distrutto un patrimonio infinito,in tutta la Penisola,non sono corretti.

Particolare Incendio Pineta dannunziana Pescara – tratta da video dei Vigili del Fuoco

D’altronde,il Presidente non ha fatto altro che seguire la propria anima,i propri sentimenti feriti,rappresentando la rabbia e la tristezza,che provano i nostri concittadini.dopo eventi disgraziati,come questo.
Sentimenti che si esprimono anche con aggressività e spirito di vendetta,chiedendo pene durissime,sempre di più,per chi si macchia del crimine di appiccare incendi. Sentimenti,che si esprimono nel desiderio di recuperare,al più presto,il bene prezioso perduto.

Per WWF Chieti Pescara bisogna essere cauti,nel decidere e cita alcuni casi,che confermano quanto già descritto:

“Investire ingenti quantità di denaro pubblico per piantare nuovi alberi può rappresentare, come i fatti di cronaca hanno molte volte confermato, un incentivo per i piromani e non già un deterrente. L’emotività, inevitabile dopo un rogo che cancella boschi, aree protette o anche, come a Pescara, un vero e proprio simbolo dell’identità cittadina (la Pineta dannunziana), spinge a immaginare piantumazioni che possano restituire relativamente in fretta quello che è stato distrutto dalle fiamme, ma non è così che si risolve il problema. Era già accaduto, in Abruzzo, per il disastroso incendio sul monte Morrone: l’allora presidente della Regione D’Alfonso prometteva nuovi alberi già mentre ancora crepitavano le fiamme. Le scelte fortunatamente furono diverse e ora, a distanza di qualche anno, se ne possono cominciare ad apprezzare gli effetti positivi

Occorre aver pazienza e lasciare che la natura facia il proprio lavoro! Meglio sarebbe,avverte WWF Chieti Pescara,che s’investisse di più per la prevenzione, e così afferma:

Pineta dannunziana – Il terreno dopo l’incendio dell’1 agosto 2021

“La lotta agli incendi boschivi ha bisogno di profondi ripensamenti, a cominciare da un rinnovato impegno nel contrasto agli elementi di rischio: proibizione dei fuochi d’artificio e del lancio di lanterne volanti; cucina all’aperto solo in strutture apposite; sfalcio costante dell’erba secca accanto al tracciato ferroviario e in altre zone a rischio, divieto assoluto di accendere fuochi durante i mesi caldi… il tutto ovviamente con una adeguata sorveglianza e multe salate per i trasgressori. Occorre nel contempo una più saggia programmazione della fase gli interventi di emergenza, a cominciare dall’affidamento della gestione dei canadair (di proprietà pubblica!) a una struttura dello Stato e non già, come  avviene, a società private”

Concordiamo con WWF e non certo,perché siamo esperti della materia,ma perché li abbiamo ascoltati,quindi condividiamo questo pensiero,che l’Organizzazione scrive nella propria nota stampa: e che abbiamo poc’anzi,già espresso… “La natura vuole i suoi tempi e nelle aree protette la strategia è necessariamente diversa rispetto a quella che può essere applicata nei boschi e nei giardini creati dall’intervento umano.

WWF Chieti Pescara,dunque,chiede pazienza ai cittadini,amareggiati per quanto accaduto nella Pineta dannunziana,esortandoli ad avere pazienza ( n.d.r.- è stata promossa una raccolta firme) e non chiedere alle istituzioni interventi di piantumazione immediata, che non aiuterebbero la natura e ricorda che “ come hanno sottolineato in questi giorni i carabinieri-forestali, ci sono anche piante “amiche del fuoco” che dalle fiamme traggono vantaggio per la germinazione dei propri semi”.