VINCO_ntri… Analisi sul presente e futuro del Vino d’Abruzzo!
12 Aprile 2024La cantina abruzzese, che lavora con le ‘bollicine” ha pensato di avviare un serie di incontri su temi di stringente attualità. In Vinco, operano 2000 vignioli, che rappresentano dieci cooperative che hanno deciso di condividere la missione comune di valorizzare le varietà autoctone per la produzione di spumanti di qualità. Con il Consorzio di Tutela, Vinco ha dato grande contributo anche nella realizzazione di un marchio collettivo, presentato nel 2023, con denominazione TRABOCCO, ispirata dall’antica macchina per la pesca, che fortemente identifica la Costa Teatina, una delle caratteristiche dell’Abruzzo o degli Abruzzi, regione che si distende tra Gran Sasso, Majella e Mare Adriatico, con tre parchi nazionali, uno regionale e altre tipologie di aree protette, che rappresentano una grande offerta turistica.
Il primo Vinco…ntro ( 11 aprile ) ha avuto un titolo, che ha molto colpito: “C’era una volta il Montepulciano d’Abruzzo” che il presidente VINCO; Luciano Di Labio spiega così:
“Non vogliamo assolutamente mettere in discussione il glorioso Montepulciano d’Abruzzo
che sarà sempre importante per la nostra Regione; ma è fondamentale riflettere con tutti gli attori del mondo vitivinicolo d’Abruzzo per tracciare insieme nuovi percorsi e strategie che guardino al futuro del vino abruzzese” Bisogna considerare produzioni che pongano al centro il territorio e la biodiversità dei vitigni autoctoni. Sicuramente le bollicine e il marchio Trabocco giocheranno un ruolo centrale perché insieme promuovono la nostra identità.”
L’incontro è stato coordinato da Fabio Piccoli, direttore di Wine Meridian, che ha introdotto e collegato i vari interventi tecnici, che sono stati affidati a Denis Pantini, Wine Monitor di Nomisma; Alessandro Regoli di Wine News e Gianni Pasquale, presidente Assoenologi Abruzzo.
Denis Pantini : ” I cambiamenti climatici, sociali, economici e demografici si riflettono nei consumi di vino, portando ad una crescita degli spumanti a discapito dei rossi fermi, privilegiando vini più leggeri, ottenuti con vitigni autoctoni e con bassa gradazione e sostenibili.
Rispetto a questi nuovi trend, l’Abruzzo del vino ha tutte le carte in regola per giocare una buona partita nello scenario di mercato nazionale e internazionale, diversificando la propria offerta vinicola attraverso una valorizzazione dei vitigni autoctoni e lo sviluppo di vini spumanti.”
Alessandro Regoli ha puntato sul concetto di sociologia della bollicina, su TRABOCCO ha detto:” Non è e non deve essere solo un’operazione commerciale, ma anche culturale. La stessa parola Trabocco è un pezzo dell’identità regionale dell’Abruzzo, come le antiche macchine da pesca, che vantano un testimonial d’eccezione come il poeta ed intellettuale Gabriele d’Annunzio che le paragonava a dei ragni colossali. TRABOCCO può rappresentare un forte legame con il territorio, in maniera moderna, contemporanea, leggera,spensierata, e rimanendo anche aperti alla mixology”
Gianni Pasquale, Assoenologi: ” Il Montepulciano ci racconta come siamo partiti: il rinascimento del vino abruzzese avviene a fine anni ‘90 con l’affermazione dei vini rossi. E’un grande vitigno, che negli anni 2000 ci ha fatto diventare attori in una fase molto positiva del vino italiano.
Oggi assistiamo ad un calo dei consumi dei vini rossi, che per una Regione come la nostra rappresenta motivo di preoccupazioni, ma è pur vero che abbiamo delle soluzioni, già messe in campo da qualche decennio, con vitigni come Cococciola, Montonico, Passerina, Pecorino che ben si adattano a questo tipo di lavorazione. Anche Gianni Pasquale condivide l’opinione che si debba mettere al primo posto la denominazione territoriale… “Quindi è importante la centralità della denominazione della zona, come dimostra il marchio Trabocco, che qualcuno oggi ha ricordato come il luogo più iconico della nostra Regione, ed è stato fatto diventare il testimonial di un progetto ambizioso e di una delle tendenze più attuali e importanti di mercato, quella delle bollicine. Per la prima volta abbiamo messo al centro il territorio e un simbolo fortemente identificativo della Regione; perciò, è importante che tutti facciano squadra e si faccia
sistema per affrontare le sfide che il futuro riserva, soprattutto qui in Abruzzo dove gran parte della produzione è affidata alla Cooperazione. Per valorizzare il nostro territorio e il nostro vino dobbiamo continuare a lavorare con i nuovi disciplinari e il marchio Trabocco per fare in modo che chi venga in Abruzzo, conservi il sapore della nostra Terra: il suo ricordo sarà il miglior
ambasciatore dei nostri prodotti.””