RGV FAO –  Programma di  Conservazione Valorizzazione delle Risorse Genetiche Vegetali!

2 Novembre 2022 Off Di Redazione online
Immagine dal sito CREAFUTURO

Un lavoro certosino per garantire  l’alimentazione e salvaguardare la buona agricoltura, coordinato dal CREA In primo piano, Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura (OFA).

Si tratta di un progetto, finanziato dal MIPAAF  ed è l’azione che il nostro Paese ha messo in campo,  come implementazione del Trattato FAO sulle risorse fitogenetiche – Trattato Internazionale sulle Risorse Genetiche Vegetali per l’alimentazione e l’agricoltura (ITPGRFA),  che coinvolge 10 centri di Ricerca del CREA, il CNR e la Rete Semi Rurali, un’associazione attiva nella conservazione e nell’uso sostenibile delle risorse genetiche vegetali.

Lo scopo è quello di raccogliere, catalogare, conservare, valorizzare e scambiare le risorse genetiche vegetali, che vengono poi caratterizzate per individuare quei geni utili al  miglioramento genetico o  che abbiano rilevanza strategica per la specie, in un’ottica di sostenibilità e salvaguardia dell’ambiente, con riferimento agli obiettivi previsti dall’Art. 5 del Trattato FAO).

Le preziose informazioni raccolte in diciotto anni di attività sono disponibili in un data base, denominato PlantaRes,

che rappresenta uno strumento fondamentale per garantire la sicurezza alimentare globale e lo sviluppo sostenibile.

Si tratta, infatti, di una fonte inesauribile di geni utili: spesso si tratta di quelle varietà considerate obsolete per la coltivazione, perché poco produttive e/o carenti per caratteri fondamentali, ma ci sono anche  quelle specie affini, non coltivabili (Crop Wild Relatives CWR), che invece risultano preziose, perché al loro interno possono portare fattori importanti per contrastare nuovi o vecchi problemi, come i cambiamenti climatici in atto o la resistenza a nuovi e vecchi patogeni.

E’ una risorsa, fondamentale per garantire la produzione di cibo a una popolazione mondiale in crescita con sempre meno risorse disponibili. Tutto ciò è possibile solo studiando e individuando, all’interno delle risorse genetiche, quei fattori di pregio da trasferire successivamente alle varietà moderne con il miglioramento genetico sia tradizionale che con le nuove tecnologie genomiche (NGT o TEA).

Per meglio comprendere, Ignazio Verde, Dirigente di Ricerca CREA Centro Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura, spiega che in tema di risorse genetiche non adatte alla coltivazione e utilizzate per scopi di miglioramento genetico,

ad esempio si fa riferimento a specie affini di Vitis resistenti a peronospora e oidio. Queste risorse, scadenti dal punto di vista organolettico, hanno consentito l’ottenimento di nuove varietà resistenti attraverso incrocio e selezione. La possibilità di modificare gli stessi geni per via biotecnologica (NGT o TEA) permetterebbe di dotare le varietà tradizionali (ad esempio Pinot, Sangiovese, Catarratto, Nero d’Avola) degli stessi fattori di resistenza salvaguardando allo stesso tempo la sostenibilità della viticoltura, le tradizioni e l’economia legate a questi vitigni».

Maggiori info sul programma RGV FAO: La ricerca per l’agrobiodiversità: il programma RGV FAO e l’impegno del CREA | CREA futuro.

Per concludere, ricordiamo il lavoro svolto in questi lunghi anni:
Conservazione, rinnovamento (innesti e nuovi impianti per le specie arboree) e ringiovanimento (moltiplicazione del seme conservato per le specie erbacee da seme) delle risorse genetiche vegetali; circa 80 mila accessioni, 257 specie coltivate per alimentazione umana e animale e 244 specie selvatiche affini, censite e conservate durante l’intera durata (18 anni) del programma, che si è ufficialmente concluso lo scorso 12 ottobre 2022