11 febbraio/Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza. Il felice caso NBFC!

9 Febbraio 2024 Off Di Redazione online
Nella foto: Mariachiara Chiantore, Simonetta Fraschetti, Hellas Cena e Gloria Bertoli

Giornata istituita nel 2015!
E’ tempo che si proceda più rapidamente verso la piena equiparazione dei diritti di donne e uomini!
E’ tempo che si diffonda questa consapevolezza. E’ un problema culturale?
Perché se ne parla tanto, ma si realizza, molto meno di quanto si dovrebbe?

Secondo il rapporto Unesco del 2021, che riguarda il campo scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico (STEM) , nonostante le laureate costituiscano il 45% del totale, rappresentano  meno di un terzo del totale della forza lavoro.

L’Italia presenta un divario ancora più ampio, con una percentuale del 16,5% di ragazze laureate in facoltà scientifiche, contro il 37% dei ragazzi.
Le donne impegnate in questi campi pubblicano meno, sono pagate meno per la ricerca e fanno meno carriera degli uomini.

foto – Gloria Bertoli Ricercatrice NBFC 

Gli stereotipi culturali e le aspettative familiari distolgono ancora le donne dal voler intraprendere una carriera nel campo delle materie scientifiche. Sin da piccole vengono indotte a credere di essere più portate per le materie umanistiche, o per materie legate all’educazione e alla cura; questi stereotipi, con gli annessi pregiudizi, vanno messi in discussione incoraggiando le bambine a perseguire la loro passione per le materie scientifiche.

La buona notizia, anzi ottima, è che in ambito National Biodiversity Future Center ( NBFC) è donna  il 57%  dei 2000 ricercatori impegnati a studiare e salvaguardare gli ecosistemi della nostra Penisola.

NBFC è il primo centro di ricerca italiano che lavora per la gestione sostenibile della biodiversità su tutto il territorio italiano: il centro è  finanziato con fondi del PNRR.
Un altro elemento positivo di questa considerevole presenza di donne scienziate, nell’ambito del NBFC è che hanno un’età compresa tra i 26 e i 35 anni e hanno dichiarato di non percepire una particolare discriminazione, rispetto ai colleghi uomini, e hanno la consapevolezza di come in relazione al passato siano stati fatti molti passi in avanti per le donne nella ricerca.

Molte di esse notano, tuttavia, una discriminazione più indiretta, incentrata su stereotipi di genere, quali la presunta maggiore delicatezza della donna o la maggiore propensione a fare attività da scrivania.
I due aspetti, in cui ancora sono registrate differenze, riguardano la possibilità di conciliare carriera e  maternità.
Per risolvere il problema, sono necessarie scelte politiche adeguate e auspichiamo che lo si faccia, senza perdere altro tempo prezioso!