Vendemmia 2021 le valutazioni di Uiv Ismea Assoenologi

9 Settembre 2021 Off Di Redazione online
Vigneto Italia e Vendemmia secondo Del Bravo, Cotarella, Abbona

La produzione è in calo ed è stimata a 44,5 milioni di ettolitri per il 2021;l’anno scorso era di 49 milioni (-9%)
Meno fortunate la Spagna (40 milioni ) e la Francia,che ha subito pesantemente condizioni climatiche avverse. I dati sono fonte AGEA.
L’Itaia conserva il primato,mei confronti degli storici copetitor.
Le tre organizzazioni valutano anche la domanda,che per l’export è stimata a 2,7 miliardi di euro,con un +11% registrato nei primi 5 mesi dell’anno.
Buone nuove anche dal mercato interno,per la riapertura dell’Horeca e la ripresa del turismo.
Altro dato che UIV ISMEA ASSOENOLOGI considerano con ottimismo è proprio il calo di produzione,che dovrebbe comportare un aumento dei prezzi:l’anno scorso erano in flessione del 3%,rispetto alla precedente campagna (dato ISMEA).

Produzione in calo, ma l’Italia conserva la leadership

Cosa è accaduto nel Vigneto Italia?

Il noioso cambiamento climatico (la colpa è sempre sua) secondo il parere dei Tre,Del Bravo,Cotarella,Abbona, il segno lo ha lasciato.
Analisi: si prevedono gradazioni medio alte, con qualche criticità sul rapporto zuccheri/acidità, per cui sarà importante il lavoro degli enologi e delle imprese in cantina.

Altre valutazioni agronomiche

La fioritura,a Sud è iniziata nella norma, rispetto alla media 2001-2020.
Altrove: da 4 a 6 giorni al Centro e di 6-10 giorni al Nord.

Segui il link in evidenza,per leggere la tabella della produzione di vino e mosto,regione per regione: Link al report integrale

In sintesi

Il Veneto si conferma capofila con quasi 11 milioni di ettolitri, seguito da Puglia (8,5), Emilia Romagna (6,7) e Sicilia (3,9), per una produzione complessiva delle quattro regioni di circa 26 milioni di ettolitri, pari al 60% di tutto il vino italiano.

Osservando i trend, spicca la contrazione della Toscana, vessata dalle gelate di aprile che hanno determinato una perdita del 25% del raccolto regionale, senza risparmiare il resto del Centro Italia (Umbria -18%, Marche -13% e Lazio -10%).

Al Nord è la Lombardia a registrare il decremento più importante (-20%), mentre sul versante Est si segnala il -15% dell’Emilia Romagna, con il resto delle regioni che oscillano tra il -10% e -7%.

L’Abruzzo segna il primato in negativo al Sud (-18%) seguito da Molise (-15%), Sardegna (-15%) e Basilicata (-10%).
Si distinguono con incrementi produttivi Sicilia, Calabria e Campania, mentre la Puglia contiene le perdite a -5%.