2 febbraio – Giornata Mondiale Zone Umide
12 Marzo 2025
E’ stata pensata per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza ecologica, economica e culturale di questi specifici habita.
Si tratta di ambienti naturali, che includono paludi, laghi, fiumi e mangrovie, ospitano una vasta gamma di specie animali e vegetali e svolgono un ruolo cruciale nel regolamento del clima e nell’assorbimento del carbonio atmosferico.
La Giornata Mondiale delle Zone Umide è stata istituita nel 1997 e coincide con l’anniversario della firma della Convenzione internazionale di Ramsar, avvenuta il 2 febbraio 1971. La finalità principale è la protezione di queste aree per migliorare il nostro futuro comune.
In Italia, sono censite centinaia zone umide e sono utili per la fitodepurazione (disinquinamento delle acque con metodi naturali), costituiscono habitat ideale per specie animali e vegetali, sono preziose per la sicurezza idraulica di campagne e centri abitati, possono rappresentare riserve idriche per l’agricoltura. Le dimensioni variano da meno di un ettaro (ad esempio, all’interno di grandi rotatorie viarie come compensazione idraulica ed ambientale per importanti infrastrutture) fino a decine di ettari (le oasi naturalistiche), impreziosendo il territorio e caratterizzando il paesaggio.

Qui, citiamo l’esperienza di ANBI Veneto, che ha divulgato i risultati di uno studio, realizzato con Regione del Veneto ed ETIFOR (spin-off dell’Università degli Studi di Padova), sul valore economico dei servizi ecosistemici, derivanti dalla risorsa, che scorre nei canali e nei fiumi gestiti dai Consorzi di Bonifica: la stima annuale è pari a € 13.854.667,00 per le attività di fitodepurazione svolte da queste zone, mentre ammonta a € 143.504.299,00 la monetizzazione della funzione delle zone umide come habitat di biodiversità.
Per il direttore di ANBI, Massimo Gargano, la realizzazione e gestione di aree umide garantisce sicurezza idraulica, ottenendo anche tutela della biodiversità e salvaguardia della qualità delle acque, ma è un’azione, che richiede adeguati stanziamenti pubblici, ad iniziare dal rifinanziamento della Legge Speciale per la Salvaguardia di Venezia e della sua Laguna.
Tra le province di Venezia, Padova e Treviso, scorrono corsi d’acqua, sfocianti nel bacino lagunare, che è stata realizzata gran parte delle zone umide venete. La loro attività di fitodepurazione, contrastando l’eutrofizzazione dovuta all’eccessivo carico di azoto e fosforo, va a tutela del fragile habitat veneziano e molte di queste aree non esisterebbero senza la Legge Speciale.
Anche questa è un’espressione dell’attività dei Consorzi di Bonifica e Francesco Vincenzi, presidente di ANBI, esorta a considerare le positive ricadute, che deriverà grazie al carattere multifunzionale del Piano Invasi, proposto con Coldiretti ed è altresì evidente che l’attività dei Consorzi di bonifica sia oggi un asset di determinante importanza nell’economia del settore primario, ma non solo, del nostro Paese”
ANBI è l’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue