Parlamento Europeo: via libera alla Nuova Politica Agricola Comune!
23 Novembre 2021
L’Assemblea plenaria del Parlamento Europeo ha approvato le linee guida della nuova Politica Agricola, contenute nelle tre proposte di regolamento, che entreranno in vigore il 1° gennaio 2023.:restano i dettagli, che dovranno colmare vuoti ed eliminare aspetti non positivi, che ancora ci sono.
L’analisi delle organizzazioni di categoria, almeno quelle che si sono fatte leggere e sentire,nella nostra mailing list, sostanzialmente concordano,sebbene con qualche distinguo, peraltro in linea con le politiche che caratterizzano il loro impegno.
Esaminiamo il parere di CIA, Coldiretti, Confagricoltura.

Per la prima, citiamo il presidente Dino Scanavino che così esordisce:“Finalmente l’agricoltura europea avrà una nuova Pac che sostiene il reddito degli agricoltori e, nello stesso tempo, traguarda il settore verso la transizione ecologica” Un approccio,decisamente positivo! “
“Per Coldretti, si è espresso il presidente Ettore Prandini, che conferma l’aspetto positivo dell’impegno verso l’innovazione e la sostenibilità, ma ritiene che il giudizio sulla futura PAC non può che essere parziale, perché ora bisogna lavorare a livello nazionale per tradurre in misure semplici ed efficaci gli indirizzi dell’ Unione, per cui ora serve un Piano Strategico Nazionale per la crescita e lo sviluppo, con azioni semplici da applicare che garantiscano.

Il Piano dovrà essere presentato entro dicembre alla stessa UE.
Confagricoltura, così il presidente Massimiliano Giansanti, ritiene che vi sarà una diminuzione di risorse: “Per l’agricoltura italiana, fino al 2026, il taglio ammonta al 15% in termini reali, rispetto al periodo di programmazione chiuso lo scorso anno”.
CIA Agricoltori Italiani: “La Pac deve rimanere, prima di tutto, la politica economica per gli agricoltori e, quindi, costante opportunità di sviluppo imprenditoriale, oltre che strumento utile a rigenerare e valorizzare le aree rurali. Per questo,aggiunge il presidente Scanavino, è importante il lavoro di definizione del Piano Strategico Nazionale, che deve consentire agli agricoltori italiani di essere all’altezza di tutti i cambiamenti”
Coldiretti, a questo punto dell’iter, verso le nuove regole, chiede all’Europa coerenza: il presidente Prandini si lancia in un affondo: ” Bisogna dire “SI” a tutte le misure che aumentano la trasparenza di processi e prodotti, attraverso l’obbligo dell’etichettatura d’origine e che garantiscano competitività agli agricoltori europei, sul piano mondiale :bisogna promuovere ed applicare il concetto della reciprocità negli standard produttivi, in modo che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute”
Bisogna avversare, precisa il Presidente di Coldiretti, ogni tentativo di banalizzazione ed omologazione del modello agricolo italiano ed europeo, dicendo quindi “NO” ai finanziamenti alla produzione di carne in laboratorio o all’introduzione di etichette a semaforo quali il Nutriscore; ma va impedito anche l’annacquamento del vino nel processo di dealcolazione, attraverso l’autorizzazione di dubbie pratiche enologiche”.

Concludiamo con Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura.
“L’attenzione è ora rivolta sulla messa a punto dei programmi strategici nazionali per l’applicazione della nuova PAC che gli Stati membri devono inviare alla Commissione europea entro dicembre”
“Abbiamo già proposto al ministero e alle Regioni di concentrare le risorse finanziarie sull’agricoltura professionale che produce per il mercato e crea occupazione”.
“La transizione ecologica richiede investimenti, un’ampia diffusione delle innovazioni tecnologiche e una crescente integrazione con le altre parti della filiera agroalimentare. Per raggiungere la neutralità climatica secondo gli impegni definiti a livello internazionale va salvaguardata la redditività delle imprese”.
L’auspico di tutti è che si lavori, finalmente, per rendere le pratiche più semplici e agili, per conseguire l’obiettivo da sempre sperato della così detta “sburocratizzazione”