Rischio Statico e Assicurazioni – Iniziativa Federacma!

2 Settembre 2024 Off Di Redazione online

Dallo scorso luglio, tutti i possessori di veicoli agricoli, situati in aree private e nelle campagne sono obbligati all’assicurazione per tutelarsi dal cosiddetto “rischio statico”.

La definizione di rischio statico è pensata per i danni che possono essere causati da un rimorchio agricolo fermo, quando è staccato dalla macchina trainante.

Andrea Borio, presidente di Federacma, Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei rivenditori di macchine agricole e da giardinaggio, descrive l’incertezza per gli agricoltori, che dovrebbero rispettare un obbligo, pur non disponendo degli strumenti assicurativi, per farlo.

E’ il Ministero dei Trasporti a dover decidere in merito, avvalendosi anche della collaborazione dei soggetti interessati e tra questi anche le imprese assicuratrici; stando a Federacma, il Ministero non avrebbe mai risposto alle richieste di convocazione.

Pertanto, Federacma ha deciso di convocare tutte le associazioni rappresentative della filiera agricola, interessate a chiarire questi aspetti normativi, connessi alla decisione dell’Unione Europa, su questo obbligo assicurativo. L’obiettivo è quello di raggiungere posizioni condivise da sottoporre, con voce unica e corale, all’attenzione del Ministero, a dimostrazione della volontà di rispettare le nuove disposizioni ma, al contempo, evitando che siano troppo vessatorie e costose.

Il tavolo tecnico convocato da Federacma si terrà a porte chiuse, giovedì 5 settembre presso la sede di Confcommercio Roma a piazza Gioacchino Belli e coinvolgerà le maggiori associazioni agricoli (Coldiretti*, Confagricoltura, CIA, Copagri, Alleanza delle Cooperative*), i contoterzisti (CAI, UNCAI), l’associazione dei costruttori macchine agricole Federunacoma* e ANIA*, associazione che raggruppa le imprese assicuratrici (*in attesa di conferma).

Quello della copertura del rischio statico è una novità normativa, introdotta a fine 2023,con un decreto legislativo del Ministero dei Trasporti, come recepimento di una disposizione comunitaria e sulla quale il Parlamento aveva introdotto un rinvio d’attuazione con il Dl Milleproroghe.