Osservatorio UIV/Vinitaly-Export Vino: dobbiamo iniziare a preoccuparci?
31 Agosto 2024L’export vino resta un punto di forza della nostra economia, ma bisogna iniziare a considerare un trend che si fa negativo. Partiamo dall’evidenza che l’extra UE funzione di più, ma ora bisogna analizzare il calo che riguarda anche l’export in Paesi, storicamente molto attratti dal vino italiano.
Per questo, Oservatorio Vinitaly e UIV inducono a riflettere sui dati dell’ export relativo al 1° semestre nei Paesi terzi:
Sono dati che confermano come si sia ancora in terreno positivo, con circa 4,7 milioni di ettolitri esportati tra gennaio e giugno e un consuntivo dei sei mesi a 2,1 miliardi di euro, ma non si deve ignorare che ci sia un progressivo rallentamento, confermato dall’ultimo mese, che mostra un dato molto negativo con -10% volume e -7% valore la variazione tendenziale, per sparkling e imbottigliati fermi e frizzanti, con un -13,5% nelle quantità per questi ultimi.
Rispetto ai primi 5 mesi 2024, il totale volume del semestre è passato da +10% di maggio a +6,3% di metà anno, mentre a valore il dato passa da +7,3% a +4,7%.
Tutti i top 12 Paesi della domanda extra-Ue, con l’eccezione di Sud-Corea, Messico e Australia, registrano nell’ultimo mese un arretramento degli ordini di vini in bottiglia fermi e frizzanti tricolori, che chiudono ì il semestre dimezzando la crescita volumica registrata appena 30 giorni prima (+4,4% vs +8,5%), con i valori che da +6% scendono a +3,5%.
C’è contrazione nell’export degli spumanti, i cui volumi esportati passano da +18% a +14,5%, con i valori da +12,3% a +9,3%. Il prezzo medio complessivo del semestre si attesta su un tendenziale di -1,5%.
Oltre alla crisi per Russia (-25%) e Giappone (-10%)- che avevano registrato un cospicuo anticipo degli ordini nel primo quadrimestre, nel mese di giugno l’Osservatorio Uiv-Vinitaly ha rilevato performance a volume in rallentamento significativo in particolare per Regno Unito (-15%), Svizzera (-12%), Canada (-18%) e Cina (-12,5%).
Segnali di stanchezza anche dagli Usa (-4,8%, con +1% a valore), che nel semestre rimangono in terreno positivo pur con una crescita – sostenuta dagli spumanti – meno evidente (da +4,5% di maggio a +2,9% di giugno). Sul mercato americano, l’ultimo mese ha infatti accentuato la forbice tra la domanda di imbottigliati fermi e frizzanti (-9% a volume il tendenziale del mese di giugno) e quella relativa agli sparkling (+5%).