Slow Food sfida l’industria dell’allevamento intensivo di ovaiole di Arborio
10 Giugno 2025
Arborio è in provincia di Vercelli e dovrebbe ospitare questa grande struttura, per l’allevamento di galline ovaiole e Slow Food Italia, insieme a Slow Food Piemonte e Valle d’Aosta, e Slow Food Vercelli, ne contesta il progetto.
Il luogo scelto è esso stesso motivo di polemica, perché viene indicato come ubicato a 3 km da un Parco e da una Riserva Naturale, per di più nel cuore dell’unica DOP italiana del riso, “Riso di Baraggia Biellese e Vercellese”.
Si tratterebbe di una struttura progettata per ospitare 274.000 galline ovaiole e il timore di Slow Food, è che le galline sarebbero costrette a vivere in condizioni di enorme sofferenza, ammassate in spazi ristretti che diventano l’ambiente ideale per la proliferazione di malattie, con la conseguenza che sarebbe necessario somministrare massicce dosi di antibiotici, con effetti negativi anche sul cibo destinato al consumo umano, nel caso specifico le uova.
Per testimoniare la visione Slow di un’alternativa valida per questa attività di allevamento, nel pomeriggio di domenica 22 giugno, Slow Food Vercelli organizzerà un presidio presso l’allevamento biologico di galline ovaiole La Verdella Piccola di Cigliano, che per l’occasione aprirà simbolicamente le porte a chi vorrà conoscere da vicino un modello virtuoso di produzione.
Ricordiamo che l’impegno di Slow Food è per la riduzione del consumo di carne, la transizione verso sistemi di allevamento più sostenibili e rispettosi dell’ambiente, del benessere animale e della salute dei consumatori.
Inoltre, Slow Food ricorda al consumatore che attraverso l’etichetta apposta sulle uova, soprattutto negli acquisti al supermercato, è possibile accertarsi come vengono allevate le galline che quelle uova hanno prodotto; quindi, verificando il primo numero, che va da 0 a 3, possiamo agevolmente scegliere quelle allevate con metodo biologico, riconoscibili dal numero 0 ( zero).
Se invece risultasse il codice 2, vorrebbe dire che le uova provengono da galline allevate a terra, ma al chiuso, e solo con illuminazione artificiale, e con una densità di 9 galline per metro quadrato: esattamente la fattispecie progettata ad Arborio e sulla quale si sta levando, con decisione, la protesta di Slow Food