Consumo del Suolo: preoccipate conclusioni dell’ Ordine degli Ingegneri di Firenze!
6 Dicembre 2024Basandosi sul rapporto ISPRA, sul consumo di suolo nel 2024, Stefano Corsi, coordinatore commissione Ambiente ed Energia dell’Ordine degli Ingegneri di Firenze, e Gianpiero Porquier, coordinatore della Commissione Protezione civile dell’Ordine degli Ingegneri di Firenze, hanno verificato che sono stati consumati 350 ettari di suolo, un valore in aumento rispetto alla media degli ultimi 20 anni.
Oltre il 30% di questi ettari sono in aree a pericolosità frana e il 5% addirittura con classe elevata o molto elevata.
E’ chiaro che serve un’inversione di tendenza sia sull’attività edificatoria che sulla prevenzione del dissesto idrogeologico, su cui serve un piano nazionale accompagnato dallo stanziamento di fondi adeguati”.
Secondo i due esperti, la situazione delle frane nella provincia di Firenze è preoccupante, nonostante l’attenzione sul problema è chiara fin dal tempo dei Medici, che per primi posero un vincolo di inedificabilità in Costa San Giorgio a Firenze.
Secondo l’Ispra, nel 2021 il 37 per cento il territorio fiorentino era a pericolosità frana, di cui circa il 15 per cento con classe elevata o molto elevata.
In termini di popolazione era interessato il 33 per cento della popolazione dell’area fiorentina, di cui il 3.5% in aree a pericolosità elevata o molto elevata: si parla di circa 330.000 persone interessate, di cui 35.000 in zone con pericolosità severa.
Secondo Corsi e Porquier,oltre alla naturale conformazione del nostro territorio, c’è anche il problema delle scelte urbanistiche e programmatiche: le normative per proteggere le aree a rischio frane ed evitare danni a persone e infrastrutture esistono, però quando poi si presenta l’opportunità di edificare spesso prevalgono interessi di tipo economico. C’è insomma una questione naturale ma anche una gestionale e sociale, perché l’interesse economico spesso prevale sulla sicurezza e sulla tutela ambientale.
“Molte frane sono legate a problemi di deflusso o erosione da parte delle acque e anche alle recenti polemiche sulla vegetazione nei fiumi: nelle alluvioni i problemi non sono provocati dalla vegetazione in alveo, quella che nasce naturalmente nei fiumi, ma piuttosto dalla vegetazione proveniente dai versanti franati, dai cambiamenti climatici e ancor più dall’abbandono delle aree collinari e montane”.
Gli esperti dell’Ordine sono convinti che sia indispensabile un Piano Nazionale di Messa in Sicurezza del territorio, che tuteli i comuni e le zone a rischio; ciò, anche perché gli enti pubblici e in particolare i Comuni si trovano ad affrontare il fenomeno con scarse risorse a disposizione e così sono costretti a tappare i buchi, intervenendo solo dopo che le opere e le infrastrutture hanno subito dei danni.