Abruzzo – Confagricoltura in audizione sul problema ungulati: mondo agricolo in estinzione!
6 Ottobre 2024
E’ un argomento che non esaurisce il proprio potenziale e i protagonisti sono sempre in trincea.
Nel titolo c’è anche l’espressione forte delle paure degli agricoltori di potercela fare, messi come sono a dura prova, per una serie di eventi, naturali, bellici, pandemici.
Gli animali selvatici e gli ungulati, in particolare, sono sempre al centro dell’attenzione, per i danni che provocano agli agricoltori, ma anche per il pericolo che rappresentano per la sirurezza nelle strade, per il fatto che la loro mobilità è aumentata, con spostamenti che li avvicinano con maggiore frequenza alle aree più antropizzate.
Tuttavia, il ruolo delle associazioni che s’impegnano per la tutela della natura nel suo complesso, hanno pure le loro ragioni, che si esprimono, in definitiva, nel desiderio di tutelare l’ambiente e le sue componenti.
E c’è anche il mondo venatorio, che ha proprie convinzioni e finalità.
Andiamo subito all’argomento, lanciato dal titolo: audizione in terza commissione del Consiglio Regionale d’Abruzzo. Questa è la Commissione che si occupa di Agricoltura, Sviluppo economico e Attività produttive. A questa Commissione, Confagricoltura Abruzzo chiede di ritirare la mozione del Consiglio per la richiesta di “Revoca della Delibera di Giunta Regionale n. 509 del 08 agosto 2024 – Prelievo in forma selettiva del Cervo” In particolare per l’abbattimento selettivo di 469 cervi.
Confagricoltura, nell’audizione contesta i punti salienti del ricorso del WWF al TAR per ottenere quella revoca.
Secondo Confagricoltura, intanto il cervo è una specie non protetta e le ultime tre leggi quadro prevedono la sua cacciabilità, sin dal 1954 in Val Venosta e, nell’Appennino settentrionale, dal 2000.
I piani di prelievo ovunque in Europa comprendono anche “cuccioli-di-meno-di-12-mesi”.
Da anni l’ISPRA fissa la soglia minima di battibilità a 2 capi per kmq.
Un altro rilievo sul ricorso riguaeda i piani di prelievo che,ovunque in Europa, comprendono anche “cuccioli-di-meno-di-12-mesi”. Da anni l’ISPRA fissa la soglia minima di battibilità a 2 capi per kmq.
Per l’organizzazione agricola, il prelievo previsto dalla Regione viene definito come“mattanza di cervi” Ma si trara di 465 capi su 6.700 con un tasso di prelievo del 7%, contro il 20-25% che si usa in Appennino settentrionale. In Abruzzo il prelievo dovrebbe essere eseguito dove si superano i limiti previsti dalla legge, in due areali dove ancora esiste un’agricoltura professionale e, quindi, abbondanza di cibo artificiale e gratuita per questi animali.
A questo proposito nessuno accenna al fatto che il cervo sta mettendo a rischio la sopravvivenza del camoscio appenninico.
Nel ricoroso WWF suggerisce metodi alternativi alla caccia, per il contenumento dei cervi e di altra fauna selvatica e cita, ad esempio, le recinzioni. Confagricoltura ammette che in alcuni casi possono essere una soluzione, ma non quando si tratti di randi spazi e agricoltura estensiva. E così ha spiegato nell’audizione: “Vanno bene per vivai, coltivazione zafferano, orti, ma non certo per proteggere estensioni di decine, centinaia di ettari e il posizionamento sarebbe oltre che difficile, anche molto costoso e, aggiungono i tecnici di Confagricoltura, non si dimentichi il problema della “frammentazione fondiaria”. WWF suggerisce anche l’utilizzo dei dissuasori acustici e luminosi e l’utilizzo di sostanze repellenti, che Confafricoltura ritiene poco efficaci e per quanto riguarda le sostanze, non verificate scientificamente per la loro efficacia.
Anche i Corridoi faunistici sono considerati soluzione non valida, per Confagricoltura, perché l’Abruzzo è una regione montuosa, dove le strade e autostrade corrono sotto centinaia di gallerie e migliaia di viadotti e ponti, che in pratica sarebbero essi stessi corridoi faunistici già esistenti, e non pare proprio che sia necessario costruire altre costosissime strutture, come sono invece previste nelle ampie pianure del nord. Daltronde, nel ricorso WWF ( afferma sempre Confagricoltura) è scritto che “I sistemi preventivi sono noti e utilizzati da tempo in altri contesti (ma non ci indicano dove e quali risultati hanno conseguito): …ma che tali strumenti andrebbero sperimentati…”
C’è un altro aspetto interessante nel ricorso di WWF al TAR, per scongiurare l’abbattimento dei cervi, si suggerisce anche di trasferirli in altri luoghi, nei quali vi siano condizioni ideali, ma Confagricoltura è scettica, perché afferma che WWF e le altre associaizoni ricorrenti non “dicono dove e come fare”
Confagricoltura, nella sua audizione, contesta anche l’accusa di WWF di non attendibilità dei dati, e del fatto che a decidere siano gli Ambiti Territoriali Caccia ( ATC), per conflitto d’interesse. Facendo grande sintesi di quanto è presente nel testo dell’audizione, scriviamo che Confagricoltura ricorda che nei comitati di gestione degli ATC, oltre al contesto venatorio (sei membri) sono rappresentate anche quello ambientalista (sei), gli agricoltori (sei) e quattro esperti, indicati da Province e Comuni, nel territorio di competenza degli ATC., che nel caso specifico sono i due della provincia aquilana.
Confagricoltura considera strano che WWF non sia rappresentata in un organismo che li vedrebbe sicuramente protagonisti ( la scelta è su base proporzionale e questa organizzazione è certamente quella più consistente)
E’ una scelta che può essere anche considerata strana, per le organizzazioni agricole, ma che forse è legata ai principi, che ispirano la missione di WWF, nel mondo e sui territori.
In conclusione, trovare un equilibrio, se non impossibile, è molto difficile…. Questi puntini possono essere considerati come una sorta di attesa, rispetto anche alle vostre opinioni, cari lettori che ci avete seguito sin qui.
