ActionAid Italia: c’è bisogno di un Codice per la Ricostruzione!

16 Giugno 2023 Off Di Redazione online

Si moltiplicano gli eventi di calamità, che causano danni ingenti e vittime. Action Aid Italia ritiene che il nostro Paese  non sia è pronto, per ridurre i rischi e non lo sia nemmeno per gestire un post sisma o alluvione.

L’Italia non ha una legge che indichi come affrontare la ricostruzione e ciò provoca conseguenze sulle tempistiche, sul cosa fare e sui diritti delle persone colpite, con inevitabili e gravi incertezze sul futuro delle comunità colpite.
L’Organizzazione ricorda che lo stesso  Ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci ha chiesto al Governo che venga aperto un processo di ascolto e consultazione con i comitati e le associazioni che rappresentano le persone colpite e le organizzazioni della società civile coinvolte, per elaborare una legge sulle ricostruzioni, che tenga conto anche delle loro conoscenze ed esperienze.

Un “Codice delle Ricostruzioni” consentirebbe di sapere chi dovrà gestire un post emergenza e i cittadini saprebbero a quali strutture rivolgersi e con che tempi verrebbero attivate le misure necessarie. Saprebbero subito anche i criteri con cui riceveranno contributi per ricostruire e poter tornare ad abitare le proprie case.
Senza questo Codice, si sono avute discriminazioni nell’applicazione di certe norme, con differenze nella concessione di contributi per la ricostruzione della casa, sussidi per le abitazioni provvisorie, e senza conoscere l’esistenza o meno di fondi per attività economiche, sociali ed aggregative, destinati alle comunità.

Katia Scannavini, vice segretaria ActionAid Italia,l’organizzazione che propone questa analisi, si rivolge al ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, per chiedere di agire su alcuni punti:

Alcune delle regole possibili per il Codice

1) Un modello di gestione stabile ed efficace per le ricostruzioni, che venga costruito con l’apporto di comunità e territori già colpiti.

2) Uniformità su tutto il territorio nazionale di cosa si dovrà fare per i servizi di welfare, le attività economiche e sociali, nel periodo che intercorre tra la prima risposta e il superamento dell’emergenza, alla quale potrà seguire l’avvio della ricostruzione vera e propria.
3) Attivazione di spazi, modi e luoghi di coinvolgimento di tutte le espressioni delle comunità colpite considerando anche categorie come i lavoratori e lavoratrici non residenti, persone proprietarie di immobili, in cui non abitano e le persone con background migratorio.

4) Che si renda conto delle risorse pubbliche, che vengono impiegate per la ricostruzione e di conseguenza assicurare l’accesso a tutte le specifiche informazioni.

5) Garanzia per i cittadini e loro forme organizzate, di poter promuovere attività a beneficio della collettività e contribuire con le loro iniziative al processo di ricostruzione.

6) Misure e risorse dedicate alla ricostruzione e alla rigenerazione sociale, economica e culturale, certe per tutto il tempo necessario al ritorno della normalità.