Taggia (Imperia) sede del Centro internazionale per lo Studio della Storia della Vite e del Vino
13 Dicembre 2021Taggia, in Liguria, provincia di Imperia, è un comune di poco più di 13.000 abitanti, che i cultori del vino, ben conoscono per una DOC,che ha compiuto dieci anni, il Moscatello di Taggia, che però ha una storia ben più consistente, che ci porta indietro nel tempo di ben 600 anni.
L’annuncio che Taggia sarà sede di quel prestigioso centro studi è stato dato dal prof. Alessandro Carassale dell’Università di Genova, nel corso di un convegno (10-11 dicembre) sul tema “Moscatello di Taggia: 600 anni di storia, 10 anni di DOC e …”, organizzato dalla Associazione produttori del Moscatello,in collaborazione con il Comune di Taggia.
“Abbiamo scelto Taggia e la Liguria, nonostante fossero interessati diversi distretti produttivi europei, oggi molto votati alla viticoltura,perché un tempo la maggior parte dei vini di pregio del Mediterraneo venivano da qui”.
Daniele Lombardi della Università di Siena, autore di molti testi sull’argomento, e tra questi del libro “Dalla dogana alla taverna”, ha raccontato che insieme alla Malvasia di Candia (Creta), i vini delle Riviere di Genova e in particolare propro il Moscatello di Taggia, erano quelli che pagavano le imposte più elevate. Il prof. Lombardi ha anche mostrato il documento notarile, considerato al momento il più antico, che testimonia la cessione di una quantità di vino da parte di tal Antonio Calvino, di Taggia, che nel 1445 portava a Roma il Moscatello di Taggia.ILombardi è anche autore di altri testi di ricerca, molto importanti, come “Il vino a Roma alla fine del Medioevo” e gli “inediti Statuta Comunicatis Artis Tabernariorum Alme Urbis Rome (1481-1482)”.
Durante la prima giornata di lavori, Alessandro Carassale ha fatto il punto sulla situazione della ricerca storica relativa al Moscatello di Taggia e posto l’accento sulle possibili indagini future. In particolare lo scandaglio dei documenti contenuti presso l’archivio storico del comune di Taggia presenta enormi potenzialità.
Il Centro Studi si propone anche di invogliare giovani studiosi a studiare queste carte. Allen J. Grieco (Harvard University) ha spiegato le difficili interpretazioni della terminologia medievale per quanto concerne l’enologia e la viticoltura, ma ha evidenziato che dalle fonti emergono però gli elementi essenziali per inquadrare la tipologia dei vini Moscati nel panorama dell’epoca, per un continuo lavoro di studio sul vino Moscatello di Taggia.
Tra le relazioni, segnaliamo anche quella di Daniele Ognibene,Université de Genève/Università di Bologna),che ha proposto una interessante riflessione sulla necessità, nei tempi che furono, di aiutare con l’aggiunta di un cotto il vino che doveva subire lunghi stress a causa del trasporto.
I rappresentanti delle associazioni di categoria, in particolare Stefano Roggerone, Presidente provinciale Imperia e vice Presidente regionale Liguria di Cia Agricoltori Italiani e Mirco Mastroianni, Presidente provinciale Savona e referente regionale per la viticoltura, hanno ribadito l’importanza del recupero del territorio e la creazione di nuove aziende agricole evidenziato in collegamento con la riscoperta del Moscatello di Taggia; e hanno anche confermato la necessità di avere più autorizzazioni all’impianto di nuove superfici vitate per una viticoltura di qualità e in espansione, com’è quella del nostro territorio. Il lavoro di ricerca e sviluppo come è quello del Moscatello può essere da esempio per un uso della viticoltura che vada oltre la sola produzione di un prodotto enologico.
Il convegno si è chiuso con una degustazione di Moscatello di Taggia, nelle sue tre versioni, Secco, Vendemmia tardiva e Passito, in abbinamento con prodotti tipici del territorio. Le degustazioni sono state animate da Augusto Manfredi (AIS) e Ivano Brunengo (FISAR).